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Al prof Domenico Franco di
Cerreto, in ringraziamento della sua pubblicazione,
e scusandomi delle troppe licenze metriche nella strofe asclepiadea terza.
Algidi studi non son le candide
carte che, assiduo, verghi, o Domenico!
affetti e indagini cupidi mescono
sulla tua terra patria!
Quella che adagiasi sui verdi margini
de l’alto ed arduo Matese gelido,
che, amena e semplice, sotto un ceruleo
sereno empireo palpita!
Li anima un vespero, ch’eterno estendesi
ne la memoria, di orrore e panico,
scosso da un subito moto tellurico,
da le ruine orribili!
Dunque hanno un fremito gią nel lor nascere,
che segue trepido mentre si svolgono;
li chiude, tenera, una nostalgica
veduta di quei secoli.
Tali i geologi studi, e l’indagine
su erranti e pingui greggi in Apulia…
Ora rievochi gli uomini ģncliti,
ch’eterni vi risplendono!
Dal mio cuor grazie vive ti giungano,
amico memore, ed il mio augurio!
per mente solida, per bontą amabile,
per tue virtł ammirevole!
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